NEPAL ROYAL MUSTANG, IL PICCOLO TIBET

By 1 marzo 2023 No Comments
Geografia-del-Nepal

NEPAL ROYAL MUSTANG, IL PICCOLO TIBET

Una spedizione che può ancora regalare momenti indimenticabili anche al viaggiatore più esperto e avventuroso. Un viaggio che combina il percorrere strade in alta quota circondati dalle vette più alte del mondo con l’incontro di popolazioni semplici dalla cultura arcaica e millenaria e con una profonda religiosità e un surreale misticismo.

Assieme al Dolpo, il Mustang è la regione del Nepal che più a lungo ha vissuto un totale isolamento dal resto del mondo. Ad un’altitudine media di 3.000 metri e con passi oltre i 4.000 metri, il Mustang è un susseguirsi di valli, altipiani, gole in cui tutte le sfumature del grigio, del rosa e del rosso si rincorrono, si fondono e si scompongono. Alte cime rocciose erose dal vento sovrastano fiumi, sentieri e i caratteristici villaggi costruiti in mattoni di fango esiccato. Piccole terrazze coltivate ad orzo, grano saraceno e colza, si susseguono lungo il percorso. Il mese di ottobre è sicuramente il mese migliore per effettuare questo viaggio, perché i cieli sono tersi e le montagne appaiono in tutto il loro splendore.

14 giorni/ 13 notti

a partire da €4.950

 

1° giorno: Partenza dall’Italia per Kathmandu
Partenza da Milano con volo di linea per Kathmandu con scalo intermedio. Pasti e pernottamento a bordo.

2° giorno: Arrivo a Kathmandu e visite
Arrivo all’aeroporto di Kathmandu e incontro con il rappresentante locale. Trasferimento in hotel. Nella tarda mattinata o nel primo pomeriggio possiamo cominciare la scoperta di Kathmandu. La città è un museo a cielo aperto e anche se negli ultimi anni è molto cambiata, con una miriade di costruzioni senza alcuno stile, è diventata molto rumorosa, caotica e con molto inquinamento, non ha tuttavia perso il suo antico fascino e quando si arriva a Durbar Square si può cominciare ad assaporarlo. La città è situata a 1.340 m slm e si trova in posizione centrale rispetto alla valle che domina e più in lontananza si innalzano decine di montagne alte più di 6.000 metri che formano la catena himalayana.
Nell’area di Durbar ci sono più di cinquanta templi e monumenti e tra questi spicca il magnifico Tempio di Taleju, che ospita la divinità della famiglia reale e che è possibile visitare solo esternamente. I suoi tre tetti sono ricoperto di rame dorato e una serie di campanelle tintinnanti rende l’atmosfera ancora più magica. Fu costruito dal re Mahendra Malla tra il 1549 e il 1596 dedicandolo alla divinità indiana Taleju Bhawani, manifestazione di Durga. Il complesso buddhista di Swayambounath sorge nella parte ovest di Kathmandu ed è un luogo di fondamentale importanza poiché si dice che qui sorgesse un lago con un fiore che emanava una luce blu che rappresentava l’Adhi Budhha, il Buddha primordiale. Manjusri che voleva sentirne il profumo, tagliò il lago con la sua spada magica per avvicinarsi, dando così vita alla Valle di Kathmandu. Questo tempio si ritiene sia il più vecchio del Nepal ed è chiamato anche il “Tempio delle Scimmie”, dato che è popolato da una vasta comunità di esse. Non si tratta in realtà di un unico tempio, ma di un insieme di edifici. Vicino al nostro hotel si trova il Kalimati Agro Market, il più grande del Nepal dove si trovano bancarelle che espongono frutta, verdura, pesce e numerosi tuberi. Il mercato è aperto 24 ore. Al termine delle nostre visite rientro al Soaltee Crown Plaza Hotel per la cena e il pernottamento.

3° giorno: Kathmandu e volo per Pokhara

Dopo la colazione e prima di prendere il nostro volo per Pokhara, visiteremo il tempio di Pashputinath e lo stupa di Bodhnath. Il primo è chiamato anche la “piccola Benares” e vi ha sede il più importante tempio induista del Nepal, dedicato a Pashupati, una delle incarnazioni del dio Shiva nella sua forma positiva, in qualità di pastore d’animali, di uomini e simbolo di fertilità, il cui simbolo è il lingam, il suo organo sessuale che rappresenta appunto l’energia e la fertilità. Il complesso è situato sulle rive del fiume Bagmati che scorre principalmente in estate dopo il periodo delle piogge. In questo posto hanno luogo le cremazioni e le ceneri del defunto vengono gettate appunto nel fiume. Il complesso è piuttosto grande e include il Tempio D’oro, uno dei templi più sacri del Paese, al quale hanno accesso solo le persone di fede Induista e diverse cappelle dove si trovano i lingam di pietra. I sadhu, gli asceti, i saggi erranti induisti, vivono nei piccoli templi. Lo stupa di Bodhnath è il più grande del Nepal e fra i più grandi del mondo. Qui si può respirare l’aria del Tibet, perché nell’area vive la più grande comunità di tibetani scappati dal loro paese di origine dopo l’invasione Cinese. L’origine di questo luogo è sconosciuta anche se sembra che sia stato costruito nel sesto secolo dal dominatore tibetano Songsten Gompo che si era convertito al Buddhismo. Piccoli monasteri sono sorti tutto attorno allo stupa e le tradizioni tibetane sono ancora vive e molti pellegrini arrivano qui da tutte le zone dell’Himalaya. Al termine delle visite, trasferimento in aeroporto in tempo utile per il volo per Pokhara, durante il quale potrete ammirare la catena dell’Himalaya. All’arrivo, trasferimento in hotel. Il pomeriggio sarà dedicato alla visita della cittadina. Il punto nevralgico della città è il Lago Phewa, dove si riflettono alcune delle cime più alte dll’Himalaya. Pasti libri e pernottamento presso il Fishtail Lodge .

4° giorno: Pokhara – Jomson – Mulhtinath – Kagbeni

Il mattino presto, trasferimento in aeroporto per il volo per Jomson (2.710 m.). durante il volo e tempo permettendo si potranno ammirare a destra le cime del Machapuchere (6.999 m.), l’Annapurna Sourth (7.219 m.), lo Hiuchuli (6.441 m.) e parte dell’Annapurna I (8.091 m.), mentre a sinistra il massiccio del Daulaghiri (8.167 m.) e il Putali Himal. A Jomson incontreremo il nostro staff e ultimati i preparativi, partenza in fuoristrada in direzione di Kagbeni (2.810 m.). lasciando Jomson, in direzione nord, si costeggia il fiume Kali Gandaki (mare nero). Al nostro arrivo a Kagbeni, la Porta della Terra proibita infatti, al limitare del villaggio termina l’area visitabile con il normale trekking permit. Probabilmente nel passato il villaggio era pensato come una fortezza per difendersi dal nemico, mentre oggi offre un valido baluardo all’impeto del vento che implacabile si alza nella tarda mattinata ogni giorno. il villaggio è sovrastato dal massiccio del Nilghiri (7.061 m.) e in lontananza si scorge il colosso del Thorong. Kagbeni, il cui nome significa “alla confluenza dei due fiumi”, sorge ove il fiume Jong Chu, proveniente da Mukhtinath s’immette nel fiume Kali Gandaki; in cima si erge la tozza e massiccia costruzione del gompa (tempio in tibetano). Nel monastero vive una comunità di monaci dell’ordine Sakya e infatti, sui muri esterni spiccano le caratteristiche strisce di colore grigio alternate a strisce rosse, segno distintivo di quest’ordine (i visitatori stranieri non sono ammessi all’interno del tempio). Il terreno attorno al villaggio è stato strappato alla montagna attravrso il lavoro dell’uomo che ha creato dei terrazzamenti dove sono coltivati orzo, patate e fagioli. Gli abitanti di questo villaggio appartengono all’etnia gurung e la loro lingua è un intreccio tra il tibetano e il nepalese. Pensione completa, pernottamento presso la Red House – https://www.redhouselodge.com/ (da Kagbeni comincia l’area per la quale è necessario essere muniti di un permesso speciale rilasciato dall’Autorità competente, all’ottenimento del quale provvederà l’organizzazione locale). Dopo aver esplorato il villaggio di Kagbeni, proseguiamo verso Muktinath. Il paesaggio cambia e la terra spoglia delle valli settentrionali del Mustang contrastano con il verde del bacino di Muktinath. il significato delle due parole Sanscrite dalle quali è formato il nome Mukti-nath, significa Luogo del signore della Liberazione, mentre nella lingua tibetana è chiamato il Luogo delle 108 Sorgenti. Muktinath (3.810 m.), considerato un luogo sacro anche prima dell’avvento del Buddhismo è un importante centro religioso e di pellegrinaggio per gli Induisti e i Buddhisti e un punto di partenza per alcuni circuiti dell’Annapurna. Vi si trovano, un gompa, il Tempio di Vishnu e un vecchio convento dove arde continuamente una fiamma sacra. Dopo la visita, rientro a Kagbeni per la cena e il pernottamento.

5° giorno: Kagbeni – Tangbe (3.060 m.) – Chhusang (2.980 m.) – Samar (3.660 m.) – Yamdo La (3.860 m.) – Geling (3.570 m.) – Nya la (4.010 m.) – Ghami (3.520 m.)

Dopo la colazione, partiamo seguendo una strada che comincia a salire, fino ad arrivare a un punto dal quale, si può vedere Kagbeni alle nostre spalle e l’imponente Nilgiri come sfondo. Il fiume si fa strada attraverso le montagne creando un ampio letto. Il fiume scorre alla nostra sinistra e il sentiero che percorriamo, inizialmente largo, in seguito si stringe e corre lungo il fianco della montagna. Dall’altra parte del fiume il villaggio di Tiri Gao circondato da campi coltivati. La strada che in alcuni punti è stretta è un continuo saliscendi e se si incrociano altre carovane è necessario avanzar a sensi alternati, essendo impossibile talvolta per le bestie con il carico procedere nei due sensi. Gli animali delle carovane avanzano in fila indiane e sono tutti bardati: al collo pesanti campanacci; sulla fronte un triangolo di stoffa tessuto come i tipici tappeti tibetani che riproducono i simboli che riproducono i simboli di buon auspicio e altri simboli dell’iconografia buddhista; i capi fila sfoggiano dei pennacchi di coda di yak bianchi e rossi; le selle di legno poggiano su due tappeti. Si raggiunge un piccolo pianoro dal quale si può ammirare il fiume Kali Gandaki nel punto dove riceve le acuqe del Ghilungpa Khola (khola in nepalese vuol dire piccolo fiume). In cima a sinistra si può vedere il sentiero che arriva dal Dolpo, mentre altri sentieri segnati dagli uomini e dagli animali conducono ai pascoli estivi per gli yak. In vista del villaggio di Tangbe (3.060 m.), la strada scende verso il fiume e poi risale verso le prime case del villaggio. Si possono osservare interessanti banchi di sabbia, grotte, canyons e meleti. Come Kagbeni e anche altri luoghi, Tangbe è un labirinto di stretti vicoli tra le case dipinte di bianco circondate da coltivazioni di grano saraceno, orzo, grano e meleti. Tangbe è un grazioso villaggio, abitato oggi da poche persone dell’etnia Tagbeli Gurung, e non è il villaggio originale che si trovava più in basso, ma che è stato spazzato via da una frana. Lasciando Tangbe, si arriva velocemente a Chhusang, un villaggio che si sporge sopra il fiume circondato da rocce colorate. Sparse sulle montagne circostanti infinite grotte, un ricordo di un passato ricco di eventi e oggi quasi tutte inaccessibili; nei tempi antichi esse erano i rifugi di carovane e pellegrini, ma anche eremitaggi per i monaci e gli asceti. Sempre di etnia Gurung, gli abitanti capiscono e parlano anche la lingua tibetana, poiché siamo all’incrocio di due mondi, il Nepalese che si sta lasciando per entrare in un angolo intatto del Tibet. Sulle rive dei fiumi è abbastanza facile trovare il saligram (fossili di ammoniti nere) che i locali raccolgono per venderle. Numerosi chorten (reliquiari e rappresentazioni tridimensionali dell’universo Buddhista) sono disseminati nella zona.

6° giorno: Ghami – Dhakmar – Mui la (4.170 m.) – Tsarang (3.560 m.)

Dopo colazione, lasciamo Ghami per raggiungere Tsarang. La strada scende tra rocce multicolori che caratterizzano la vallata e giunge a un ponte d’acciaio che supera il fiume Tangmar Chu, quindi risale incontrando quello che probabilmente era il muro mani più lungo del Nepal. I muri mani sono una manifestazione religiosa concreta dei seguaci del Buddhismo tibetano e sono interamente costituiti da pietre votive di varie dimensioni sulle quali sono state scolpite preghiere o brani di testi sacri. Il termine mani è l’abbreviazione dl mantra (formula sacra), Om Mani Padme Hum, dedicato ad Avaloikitesvara, il Bodhisattva della compassione. Parola di origine sanscrita, è entrata a far parte della lingua tibetana. Il percorso raggiunge un altro passo, per poi digradare dolcemente verso Tsarang. Il gompa del XIV seolo appartiene all’ordine dei Sakya e ospita una settantina di monaci, alcuni dei quali vi soggiornano solo periodicamente. Nel pronao sono rappresentati i quattro Guardiani della Fede, la storia del mondo e una ruota della vita. La ruota della vita rappresenta il ciclo della nostra esistenza, condizionata dalle emozioni fondamentali quali: l’ignoranza, l’attaccamento e l’avversione che sono rappresentati sotto forma di animali al centro della ruota stessa. Poco prima di giungere a Tsarang, deviazione al villaggio di Dhakmar, circondato da pareti rocciose colorate nella quali sono scavate grotte che testimoniano un passato misterioso. Dopo il pranzo a Tsarang è prevista un’escursione al villaggio di Marang, un dedalo di stradine delimitate da profondi muri mani in pietra dipinti di bianco, porte e finestre sono contornate da spesse linee nere, mentre gli angoli esterni, sono marcati di rosso. Nel centro dell’abitato, dove sventola un tarchò, la strada diventa piazza, punto d’incontro, di conversazione, di riposo; una grossa pietra posta ai piedi del tarchò è utilizzata per macinare granaglie o polverizzare il peperoncino. Visita del monastero Lo Ghar, uno dei più antichi del Mustang. Pensione completa e pernottamento presso il Maya’s Inn.

7° giorno: Tsarang – Lo manthang (3.810 m.)
Si parte da Tsarang per raggiungere la città proibita di Lo Manthang, l’antica capitale del Regno del Mustang, un villaggio situato su un altopiano circondato da montagne erose. Cominceremo l’esplorazione di questo bellissimo luogo circondato dalle mura. Ci sono alcuni antichi monasteri della scuola Sakya con affreschi interessanti, il Palazzo Reale e la piazza. Sembra di essere immersi in un luogo senza tempo. Pensione completa e pernottamento presso Hotel Mandala.

8° giorno: Escursione alla Valle di Chhoser
Mattina dedicata all’escursione alla Valle di Chhoser. Il villaggio di Achenbuk, nella valle di chhoser ha sviluppato un’intera cultura all’interno di numerose grotte. Si scende inizialmente verso il fiume che attraversiamo per poi risalire. Davanti a noi distese di campi coltivati. Dopo la salita, la strada diventa pianeggiante e alle nostre spalle si stagliano le cime che ci hanno accompagnato durante il nostro viaggio. Si raggiunge la valle di Achenbug (Chhoser), tagliata a metà dalla calle di Dzo. Sulla destra si trova il villaggio di Garphu, dov molte delle costruzioni sono appoggiate a delle grotte naturali. Sulla nostra sinistra, in fondo, il villaggio di Nyphu con l’omonimo monastero appoggiato sulla parete della montagna e costruito in parte proprio sfruttando la grotta naturale che si apre in essa. Tutta la valle è uno spettacolo per gli occhi: i campi coltivati, i contadini he tagliano le spighe di frumento, cavalli e mucche al pascolo, le montagne di arenaria punteggiate da innumerevoli grotte naturali che l’uomo ha adattato ai propri usi e che circondano i piccoli villaggi. Dopo l’escursione, rientro a Lo Manthang. Pensione completa e pernottamento.

9° giorno: Lo Manthang – Ghemi
Dopo la colazione, si visita un campo nomade per scoprire le loro tradizione e vedere il loro stile di vita: mandrie di yak, pecore e capre di montagna. L’etnia dei Khampa tibetani con le loro mandrie si spostano attraverso queste terre per tutto l’anno per cercare i pascoli. Partono la mattina con le mandrie e i cani, mentre le persone anziane e i bambini piccoli stanno nell’accampamento. I nomadi generalmente raggiungono altitudini maggiori durante l’estate inferiori durante l’inverno. Dopo questa esperienza, rientriamo in hotel e poi partiamo per ritornare verso il villaggio di Ghemi, dove pernotteremo presso il Royal Mustang Hotel. Pensione completa.

10° giorno: Ghemi – Tetang – Jomson
Dopo la colazione, partenza per Ghelling. Su una cresta si possono vedere le rovine di un antico castello e il convento, mentre più in cima, scavate nelle montagne, ci sono le grotte che offrirono rifugio ai khampa, durante i lunghi anni di resistenza contro i cinesi. Nel villaggio ci sono diversi monasteri e l’edificio che sorge nel punto più alto è il Gon Khan, la Cappella della divinità protettrice che è un luogo molto sacro la cui entrata è strettamente proibita alle donne. Più sotto si trova il Tashi Cho Gompa, il tempo più antico come origine, ma ch è stato ricostruito dopo un incendio. Oltrepassato il villaggio di Syangboche e l’omonimo passo, raggiungiamo il passo di Yamda La, dal quale si può veder il villaggio di Bhena. Di nuovo, come all’andata passiamo per Chele e Chhuksang e infine raggiungiamo il villaggio di Tetang (2.940 m.), un villaggio fortificato tagliato da una ragnatela di scuri vicoli interni: è interessante, poiché è diverso dagli altri villaggi del Mustang. È abitato solo durante i tre mesi estivi. La discesa continua in un ambiente aperto e quando raggiungiamo la cima del Kali Gandaki, il villaggio fortificato di Kagbeni appare in lontananza. Arriviamo infine a Jomson. Pensione completa e pernottamento presso Om’s Home.

11° giorno: Jomson – Marpha – Tukuche – Jomson
Giornata dedicata all’escursione ai villaggi di Marpaha, Tukuche e Syang. Situato ad un’altitudine di 2.650 metri, il villaggio di Marpha è abitato dai Takali, un clan industrioso e non è certamente adatto a chi cerca una vita comoda. Prima del 1959, la maggior parte degli abitanti era impgnati nel commercio del sale con la Cina e il Tibet. Oggi molti abitanti sono occupati direttamente o indirettamente nella coltivazione delle mele. Ciò è dovuto alla creazione della “Horticultural Farm” nel 1966 che ha portato una vera rivoluzione nella regione, introducendo diverse varietà di mele e validi metodi di produzione. Tukuche (2.590 m.) è cresciuto in importanza per il commercio del sale e della lana con il Tibet. Ci sono quattro monasteri e alcune belle case di mercanti che sono stati trasformati in lodge. Un piccolo museo racconta il periodo in cui il monaco giapponese Ekai Kawaguchi visse qui nel 1899. Il Qupar Nyingmapa Gompa è vecchio di 400 anni e la sua principale divinità è Chenresig dalle 1000 braccia e 11 teste. Sulla strada di ritorno verso Jomson, visiteremo il bel villaggio di Syang. Pensione completa e pernottamento in hotel.

12° giorno: Jomson – Pokhara – Kathmandu
Dopo la colazione, trasferimento in aeroporto per il volo per Kathmandu via Pokhara. Al nostro arrivo, trasferimento in hotel per il check-in. Nel pomeriggio escursione nella città di Patan. Visiteremo la Durbar Square (Patrimonio UNESCO), i palazzi e i templi circostanti, come il Tempio di Krishna e Shiva, il Tempio dorato e alcuni monasteri. Al termine dell’escursione, rientro in hotel. Pasti liberi e pernottamento presso il Soaltee Crown Plaza.e.

13° giorno: Escursione a Bhaktapur

Dopo la colazione visitiamo uno dei siti UNESCO maggiormente preservati, Bhaktapur. Qui si può ammirare lo stile architettonico newari, maestri nell’intaglio del legno. Nel sito non possono circolare l macchine fortunatamente e quindi si possono godere in tutta tranquillità i diversi edifici che si trovano nell’area. Ci sarà anche il tempo di passeggiare per le varie stradine dove si affacciano diversi che vendono prodotti dell’artigianato locale, come la carta fatta a mano, la ceramica, i dipinti….da non perdere la piazza dove si trovano i torni utilizzati per la lavorazione dell’argilla e dove poi vengono sistemati gli oggetti ad asciugare. Al termine dell’escursione, rientro a Kathmandu. Cena di arrivederci, con spettacolo di danze folkoristiche. Al termine rientro in hotel per il pernottamento.

14° giorno: Partenza per l’Italia
All’orario previsto, trasferimento in aeroporto per il volo per Milano Malpensa con scalo a Dubai. L’arrivo è previsto in serata.

La quota comprende:
• Il volo di linea internazionale in classe economica
• I voli domestici
• I pernottamenti negli hotel/guesthouse citati nel programma con trattamento di prima colazione a Kathmandu e Pokhara e in pensione completa in Mustang
• I trasferimenti da/per hotel/aeroporti
• L’assistenza nei trasferimenti
• I trasporti in pullman a Kathmandu e in 4×4 in Mustang (3 pax per macchina)
• Esperto in partenza dall’Italia
• Guide parlante inglese in Mustang e a Kathmandu
• Tutte le visite citate nel programma e le entrate
• Tasse governative
La quota non comprende:
• Le tasse aeree € 334,00 (confermabili al momento dell’emissione del biglietto)
• Il visto del Nepal (ottenibile all’arrivo usd 30)
• I permessi in Mustang e ACAP usd 530
• I pasti a Kathmandu e Pokhara
• Le bevande
• L’assicurazione annullamento, medico e bagaglio
• Le spese di carattere personale
• La quota di gestione pratica
• Tutto quanto non espressamente indicato ne “la quota comprende”
• La quota di iscrizione

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